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Tulio de Oliveira, direttore del Center for Epidemic Response and Innovation (CERI) di Durban (Sud Africa), ha affermato che questa variante ha fatto un grande salto evolutivo. Per il numero e caratteristica delle mutazioni aminoacidiche non sono state rilevate varianti intermedie tra la Omicron e le precedenti, anche se in sud Africa erano stati rilevati casi isolati. Il gran numero di mutazioni nel peplomero del SARS-CoV-2 influenzerebbe le proprietà virali come la trasferibilità e la fuga immunitaria.[10][11][12][13]

OMICRON

SKU OMICRON

La variante Omicron del SARS-CoV-2, chiamata lignaggio B.1.1.529, è la variante del coronavirus SARS-CoV-2 con la più alta prevalenza cumulativa globale nell’anno 2022.[1][4][5] Secondo la nomenclatura PANGO, comprende la riga B.1.1.529 (in Nextstrain 21M) con la principale sottovariante BA.1 (Nextstrain 21K) e altre sottovarianti.[2][4]

La variante Omicron è stata rilevata per la prima volta in Botswana in un campione raccolto il 9 novembre 2021. Uno dei primi a identificare la variante fu il virologo zimbabwese Sikhulile Moyo,[6] direttore del laboratorio, il 26 novembre 2021. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha classificata come VOC (Variant Of Concern: variante preoccupante) e nominata con la lettera greca omicron.[5] L’OMS, nel sequenziare la nomenclatura delle varianti, ha saltato le precedenti lettere ni e xi dell’alfabeto greco per evitare confusione con le somiglianze della parola inglese new (nuovo) e il cognome cinese Xi.[7]

Questa variante ha un numero insolitamente alto di mutazioni, molte delle quali sono nuove o colpiscono il peplomero, conosciuto come proteina spike. Queste caratteristiche rendono la variante Omicron preoccupante per quanto riguarda la sua trasmissibilità e l’efficacia del sistema immunitario o dei vaccini contro di essa. Sono state messe in atto a livello internazionale diverse restrizioni all’ingresso per i viaggiatori provenienti dai paesi in cui è stata rilevata, al fine di limitarne la diffusione. Nonostante ciò, la variante era presente in tutto il mondo a metà dicembre, diffondendosi a un ritmo senza precedenti secondo l’OMS e ECDC.[8][9]

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